Nel 1980 Carlo Bruscia prende coscienza che l'attività
artistica di scultore in una realtà di provincia così marginale diventa
alquanto asfittica e pensa di promuovere parallelamente un'attività di
operatore culturale. Da questa premessa nasce l'esigenza di un nuovo gruppo e
di un nuovo centro propulsivo. Dopo lunghe discussioni con gli amici artisti, e
sentita la disponibilità del notaio Pasqualucci proprietario di due locali di
Palazzo Rinalducci non più nel seminterrato ma ora al piano terra, si decide di
formalizzare dal notaio Barile di Fano la costituzione del gruppo denominato
UNAARTE CONTEMPORANEA. I soci fondatori sono: Carlo Bruscia, Valter Gambelli,
Emilio Furlani, Giorgio Antinori, Virginio Rossi, Giancarlo Pucci, Antonio
Rasile, Giordano Perelli, Marcello Diotallevi. Le linee programmatiche del
gruppo formano lo statuto operativo che fa parte integrante dell'atto notarile.
Lo statuto prevede un organigramma dirigenziale a seguito del quale viene
nominato presidente Carlo Bruscia e segretario Valter Gambelli; gli altri
aderenti si impegnano a sostenere con una quota mensile i costi di gestione.
Risulta interessante riproporre le linee programmatiche messe in movimento da
questo nuovo centro culturale ufficialmente denominato UnaArte Contemporanea. Ecco
una sintesi: sana e serena passione, pionierismo entusiasta, senso profondo del
precursore e dell'anticipo, ininterrotta propositività e scelte di alta
qualità, sensibilità estetica, sono le peculiarità che hanno caratterizzato sin
dai primordi gli interventi operativi nel mondo dell'arte del Centro culturale
UnaArte, galleria e circolo, catalizzatore e propulsivo, naturale collettore
mossosi costantemente senza fini di lucro nell'ambito di un progettualismo
puntuale e concreto, reiteratamente alimentato dalle idee energetiche di una
figura centrale quale quella del professor Bruscia, di volta in volta
coadiuvato dall'apporto sinergico di valenti e importanti collaboratori come il
critico d'arte Maurizi. Deciso sin dalle originarie operazioni culturali ad
intervenire nell'ambito artistico con scelte e criteri che presupponessero
esclusivamente un minimo comune denominatore di un'arte dall'elevata e
sensibile qualità, e dunque senza osservare itinerari chiusi, esclusivi e
unilaterali, convinto ad assumere un ruolo di fulcro nevralgico di Fano ad
inedito punto di riferimento culturale polarizzatore - si trattava dunque di
colmare un clamoroso vuoto - il centro UnaArte coglieva in un crescendo
armonico importanti e brillanti risultati, reperendo nuovi spazzi la cui
risonanza conosceva largo eco e diffusione anche sulle pagine di recensione di
alcune fondamentali riviste nazionali ( come Flash Art e l'Espresso ). Pur
disponendo di non grandi potenziali economici e pur operando in un milieu
provinciale, spesso restio ad assimilare iniziative culturali di elevato tenore
qualitativo, UnaArte riusciva a proporre, attraverso il contatto fecondo con la
stamperia 2RC di Roma, lavori a livello di grafica di artisti dalla caratura
internazionale come Burri, Fontana e Segal ( le cui opere erano fruibili quasi
esclusivamente in siti da sempre deputati all'arte, lontani e staccati dal
contesto locale ). Grazie all'alacre lavoro d'ausilio di Maurizi, il centro
otteneva poi da Parigi la possibilità di organizzare mostre di carattere
storico come quella del Grav e dei suoi grandissimi artisti, intervenendo a
livello di indagine e di verifica sui cosiddetti "maestri" ,
artisti cioè di alta e celebrata caratura internazionale e nazionale. UnaArte
operava una prima scelta: optare infatti per artisti già affermati significava
automaticamente garantire prestigio e garanzie per qualsiasi altra operazione
culturale successiva e soprattutto creare meccanismi di richiamo e di forte
attrazione. E in effetti UnaArte optava, in un secondo importantissimo momento,
con modalità altrettanto valide e assai qualitative, per una accurata selezione
degli artisti "regionali": il centro coglieva cosi, grazie a mostre
numerose e ben strutturate, tutta la valenza di autori che poi avrebbero avuto
largo e inciso seguito nell0ambito artistico nazionale, dimostrando
inequivocabilmente che il lavoro di ricerca procedeva e operava nelle giuste
direzioni. Altro aspetto conseguente è la proposta da parte del centro di
un'indagine sui rapporti artistici tra questi autori locali e i loro omologhi
operanti nelle altre regioni italiane: tale tematica della
"interregionalità" permetteva coi di far emergere nuovi artisti e le
loro potenzialità. Con un intervento nuovo nell'ambito del panorama artistico italiano,
si trattava di valorizzare inoltre gli "inediti" dell'avanguardia e
di sensibilizzare un vasto pubblico da sempre rivolto a forme d'arte più
tradizionali e sicure. Con una attenzione maggiore, UnaArte intendeva allargare
il numero dei fruitori elitari da sempre attratti e affascinati da dalle
avanguardie. Nel frattempo, miscelando operazioni su artisti internazionali,
nazionali, regionali ed emergenti, UnaArte intendeva proporre, accanto a mostre
allestite con modulo classico e tradizionale, esposizioni alternative,
"forme aperte" provocatoriamente intente a creare maggiori e nuove
facilità di lettura di certe forme e stilemi artistici, propense a spezzare
l'alone ideale della galleria statica e il concetto accademico della parete,
protese ad organizzare nuovi canali culturali, ben lungi da quelli soliti della
Biennale e della chiusa e conclusa critica elitaria. Come naturale conseguenza
si ha da parte di Carlo Bruscia un ruolo di ricercatore di nuovi talenti che
prevede la valorizzazione dei singoli autori presi nel loro contesto di
originalità artistica. I promotori di Unaarte no si nascondono le difficoltà
alle quali sarebbe andato incontro il nuovo centro culturale, pur tuttavia
l'entusiasmo animava l'intero gruppo dei protagonisti. Fra le altre tematiche, non
si dimenticava l'interdisciplinarità che prevedeva interventi sulla grafica
d'arte, sul gioiello d'artista, sul design, sulla fotografia e sulla scultura,
interdisciplinarità di alta qualità che qualsiasi operatore culturale che
agisca da precursore non potrà mai misconoscere o annullare. Sarà particolare
cura del centro ricercare una continua e vitale interazione con esponenti del
mondo accademico e dell'università e con il reticolo cooperante delle più
importanti gallerie e musei fino alla creazione di un archivio, vera banca dati
di tutte le iniziative culturali attivate nel milieu artistico nazionale, e di
un fondazione. Il gruppo stabilisce dei rapporti di collaborazione e di scambio
con il critico Elverio Maurizi che a Macerata svolgeva un forte ruolo
propulsivo di valorizzazione di artisti prevalentemente marchigiani. Si
segnalano in questo periodo iniziale le mostre collettive al museo d'arte
moderna di Gibellina in provincia di Trapani ( novembre 1980 ), a Sassoferrato
in occasione dell'annuale Rassegna Internazionale d'Arte / Premio "G.B.
Salvi" ( estate 1981 ), la sala San Michele di Fano la mostra "Arte
Immagine Città" ( luglio - agosto 1981 ) a cura di Elverio Maurizi, alla
Sala Francesco di Giorgio Martini di Urbino ( giugno 1982 ), all'Istituto
Marchigiano di Lettere, Scienze ed Arti di Ancona (1982), all'Artexpo Brescia (
settembre 1982 ) a cura di Flavio Gualdoni, a San Benedetto del Tronto la
mostra "artisti lombardi e marchigiani" ( Acquaviva Picena 1983 )
curata da Elverio Maurizi, a Mondavio ( luglio - settembre 1983 ) a cura
di Carlo Brusia con testo di Paolo Volponi; sempre nell'estate 1983 a Fano
viene organizzata "Ventiquattro ore sotto la tenda" per
l'inaugurazione della tensostruttura della Sassonia. Dopo circa quattro anni l
coesione nel gruppo si riduce, ma si sviluppa l'aspetto propulsivo culturale
nella valorizzazione dei grandi maestri contemporanei, continuando la
collaborazione con Elverio Maurizi, che organizza, e per il museo di macerata e
per UnaArte, le mostre sul Grav di Parigi e quella su Chagall, Magritte e
Pignon e quella con altri soggetti pubblici e privati, come il Museo di Arte
Moderna di San Marino diretto da Walter Gasperoni e la Galleria TxT di Rimini
diretta da Giovanni Tiboni. Queste collaborazioni permettono di ampliare
l'ambito propositivo degli autori, anche di livelli internazionale. Il rilievo
culturale dell'iniziativa viene sottolineato anche nella rivista
dell'Amministrazione provinciale di Pesaro e Urbino nel n. 4 del 31 dicembre
1982. In un articolo dal titolo "Arte e Provincia: un esempio
positivo", l'autore Dante Piermattei scrive: "il centro culturale
UnaArte nasce a Fano nel 1980 per iniziativa di Carlo Bruscia intorno al quale
sii riunisce un gruppo di ancora giovani operatori fanesi che trovano nelle
capacità del critico d'arte Elverio Maurizi un'appassionata e continua
collaborazione. La scelta di campo è subito qualificante: non tanto alla
galleria con interessi prevalentemente mercantili quanto piuttosto uno
strumento di promozione culturale capace di agganciare Fano al grade circuito
espositivo europeo nell'intento, fin troppo chiaro, di favorire il formarsi di
una mentalità e di un gusto per l'arte non più soffocato dai limiti obiettivi
del provincialismo. Peraltro di questo termine va riscattata la parte migliore,
quella appunto della cultura locale, derivata da una tradizione che riesce a
conservare matrici originali e consente la formazione dei singoli operatori
quanto non sia possibile parlare addirittura di "scuola". Questo
aspetto non è sfuggito al Centro UnaArte che infatti ha nei suoi propositi, in
parte già realizzati, anche quello di esportare il meglio di quanto localmente
si crea. Così si realizza un intelligente operazione che fa di questo centro
culturale un punto d'arte dal quale la citta di Fano non può che trarne
vantaggio. Ma Bruscia continua sempre ad essere attratto anche dagli eventi
artistici di grande livello nazionale e grazie al legame instaurato con Edgardo
Mannucci e all'amicizia con un altro giovane promettente artista, Bruno
d'Arcevia, collabora alla logistica di quello che sarà uno dei più straordinari
e futuristici progetti artistici mai elaborati dalla nostra società
contemporanea: l'Operazione Arcevia.
Testo di Sanzio Balducci, Tratto dal libro Carlo Bruscia UnaArte
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